Isacco, piantato per uno scopo – pagina 7 – Studi Biblici

QUANDO È NECESSARIO RIMANERE E COMBATTERE

Se il Signore ti ha chiamato incontrerai certamente delle difficoltà e dobbiamo restare in comunione con Dio per capire quando è il momento di restare a difendere il nostro pozzo o quando è meglio scavarne un altro.

C’è un tempo in cui è necessario anche fermarsi per combattere.

 

Alla luce di questo spaccato di vita del patriarca Isacco cosa possiamo imparare da lui?

Isacco lavorò nel campo di Abraamo. Lo aveva ereditato e ne disponeva ora a pieno titolo ma doveva ancora riscoprire le risorse, le greggi e la generosità di suo padre.

Ci saranno spesso quelli che sono gelosi o ci metteranno alla prova. Isacco era un uomo potente e perfino il re Abimelec gli chiese di andarsene senza tanti giri di parole:

Genesi 26:16 e Abimelec disse ad Isacco: «Vattene via da noi, perché tu sei molto più potente di noi».

Isacco era un uomo che guardava al Signore. Quest’ultimo pozzo era la benedizione che stava cercando. Ha scoperto questa risorsa soltanto a seguito di un incontro provvidenziale con il Signore. Bisogna riconoscergli il merito di non aver sprecato le sue risorse al pozzo di Esec o di aver impiegato tutta la sua influenza a Sitna, poiché proseguendo il cammino ha sperimentato la gioia di giungere a Siba, il pozzo del giuramento. In quell’occasione il Signore ha riaffermato a Isacco la sua promessa fatta in precedenza. Questo patriarca non poteva fare affidamento unicamente sulle promesse di un tempo, di cui Abraamo era il destinatario. Isacco desiderava che il Signore confermasse la sua chiamata e rinnovasse quelle promesse direttamente a lui, in modo personale.