Luca – Testimonianze

Mi chiamo Luca e ho trent’anni. Sono cresciuto in Calabria in una famiglia cattolica. Fino all’età di tredici anni ho frequentato la chiesa. Ma di Dio mi era rimasto ben poco. Con l’inizio delle superiori, conobbi dei nuovi amici con cui iniziai a vivere in modo dissoluto. E anche quel poco che di Dio mi era rimasto, svanì. Ne risentì anche la mia vita scolastica, con diverse bocciature accumulate in pochi anni. Dentro di me, sapevo che c’era qualcosa di sbagliato in quello che facevo e vedevo gli effetti negativi che aveva su di me e sugli altri, in modo particolare sui miei genitori. Ciononostante, non avevo in me né la forza né la giusta guida per abbandonare la vita dissoluta che stavo conducendo e discernere il bene dal male. Tuttavia, un timore recondito mi tratteneva dal precipitare completamente nel baratro.

Passarono gli anni, e la mia vita scorreva regolare nella sua sregolatezza. Quando avevo diciott’anni, accadde una tragedia. Andavamo sempre in due su di un motorino io e il mio migliore amico. Quella notte, per una serie di coincidenze, con lui sul motorino ci andò un altro ragazzo al posto mio. Ebbero un incidente e morirono entrambi. Provai un grande dolore misto a impotenza, e pensai: “Su quella moto potevo e dovevo esserci io”. Nel periodo successivo mi rinchiusi in me stesso, afflitto dai sensi di colpa.

Dopo essermi diplomato frequentando la scuola serale, lasciai la Calabria. In parte per avere migliori opportunità lavorative, in parte per staccarmi da un contesto malsano. Raggiunsi dei conoscenti in Liguria, dove ebbi modo di trascorrere un periodo di distacco dalla mia città che mi aiutò a elaborare meglio il mio passato. Poco tempo dopo, seppi che mio padre era gravemente malato. Alla notizia della sua dipartita, tornai in Calabria. Rimasi accanto alla mamma per un po’ di mesi, per poi ripartire di nuovo diretto in Toscana. Qui trovai delle buone opportunità di lavoro e nuove conoscenze. Una di esse, fu una ragazza conosciuta per via del lavoro, la cui famiglia è di fede cristiana evangelica. Al mio compleanno, nel 2019, la mamma di questa ragazza mi regalò una Bibbia, con una dedica speciale. Io la presi, ignaro di quel che sarebbe accaduto in seguito e del ruolo che avrebbe avuto nella mia vita. 

Inizialmente la lessi come si legge un libro normale, senza esserne nutrito nello spirito. Tuttavia non ho mai abbandonato quella Bibbia; pur senza costanza, di tanto in tanto la leggevo, perché è ciò che mi ero imposto di fare. Inconsapevolmente (ancora), intravedevo qualcosa tra quei versi. Era come se Dio solleticasse il mio cuore, in modo quasi impercettibile. La relazione con questa ragazza finì. Il dolore che provai, dopo la rottura, fu pari di intensità a quello del lutto. Dopo una relazione lunga due anni, in cui si era iniziato a parlare di una vita futura insieme, lasciarsi non è facile. Significa restare senza niente. Significa dover ricominciare da zero, senza neanche avere la forza di ricominciare. Mi trovai a un bivio, davanti a due strade: la più semplice e meno dispendiosa, era continuare a essere l’uomo che ero sempre stato, o la seconda, la più sana ma anche la più complessa, di gettarmi tra le braccia di Dio. Presi a leggere con più costanza la Bibbia. Il primo impatto, fu amaro. Mi rese consapevole dei miei peccati e delle mie mancanze, e questo sommato al dolore che provavo risultava un fardello troppo pesante da portare. Ma poi scoprii il perdono e la bontà di Dio, che mi colmarono l’anima di dolcezza. Quello che era impossibile a me, era possibile a Dio. Tutto quel che dovevo fare era rinunciare all’Io e accogliere Dio.

Se in un primo momento, pensavo di tenere custodita gelosamente per la mia relazione con Dio, senza condividerlo con nessuno. Ma siccome ogni tanto mi capitava di passare per caso davanti alla chiesa Adi di Arezzo, i miei propositi scricchiolavano sempre di più. Sentivo che quel che avevo scoperto era troppo prezioso per rimanere nascosto. E andava condiviso con altri. Una domenica mi presentai al culto. E da lì in poi, non smisi più di andarci. Sviluppai un’intimità sempre maggiore con Dio e sperimentai la gioia di adorarlo insieme alla fratellanza e di essere irrigato dalla sua Parola.

Dopo due mesi che ho frequentato la chiesa di Arezzo, con mamma ci siamo trasferiti a Trento. Ed è da settembre che frequento la comunità locale, dove ho preso la decisione consapevole di battezzarmi per sancire la mia scelta di seguire Gesù per il resto della mia vita. Voglio lasciare che sia Lui al comando della mia vita, e tutto ciò che mi propongo di fare è di soddisfare la Sua buona e perfetta volontà per me. E ne ho testato e ne sto testando i benefici nella mia vita.

E da giovane vorrei esortare chi è giovane come me a muovere dei passi decisivi in direzione del Signore. Perché il guadagno che otterrete è di gran lunga maggiore di ciò a cui il Signore vi chiede di rinunciare. E scoprirete, come sto scoprendo, che in realtà non ho rinunciato nulla, ma ho solo guadagnato. Salvezza, gioia e vita in abbondanza.